“Vite Parallele”, una conversazione sulla fotografia con Francesca Romano

Con questo articolo inauguriamo le Mostre di Fotografia Online di Dimora Sighé sul Salento nascosto e autentico che tanto amiamo. Ci terremo compagnia in questi giorni di quarantena con l’arte, una delle migliori cure dell’animo.
Abbiamo invitato dei giovani fotografi a partecipare con una piccola intervista di anteprima qui sul blog e poi con la mostra virtuale vera e propria nelle Instagram Stories (https://www.instagram.com/sighepuglia)
Dimora Sighé ospita dunque la personale dal titolo Vite Parallele della giovane e poliedrica Francesca Romano, autrice anche del blog letterario Il Filo – Fuori dal Labirinto.
Cara Francesca, raccontaci la genesi del tuo progetto.
Vite Parallele è un breve progetto fotografico nato dalla ricerca della coincidenza. Attraverso il susseguirsi di alcuni accostamenti visivi, si dispiegano le analogie e i contrasti che scandiscono il paesaggio della città di Lecce e del suo intorno: la natura che resiste accanto alla pietra barocca e malleabile.
Linee di luce, geometrie, forme, suggestioni che si affiancano fino (forse) a sovrapporsi: ciascuna diade di immagini, così, costituisce un unicum inscindibile.
Vite Parallele è un titolo che viene da lontano…
Considero questo titolo un generoso prestito dell’antichità e, più nello specifico, di Plutarco. Vissuto in un’Atene ormai sotto il controllo dell’Impero Romano, scrisse una serie di biografie nelle quali ad ogni grande personaggio del mondo greco veniva accostato uno appartenente a quello latino. Un modo di ricomporre una frattura, immagino.
Quale sarà la prima cosa che immortalerai quando finirà il periodo di quarantena?
È una domanda interessante, perché intimamente collegata a quale sarà la prima cosa che vorrò tornare a vedere. Solitamente sono i paesaggi i soggetti che mi attraggono di più ed in questo momento complesso sono sempre i paesaggi a mancarmi incredibilmente. Mi piacerebbe ripartire da loro, magari con uno sguardo più incline a quei particolari che rendono così intrigante la visione generale.
Hai fatto tanti studi sulla bellezza, dall’architettura alla filologia… Quando scatti senti che tutto ciò ti accompagna in maniera spontanea o tendi a progettare razionalmente?
La mia formazione è una parte fondante di me, non ci sono dubbi. Ritengo, però, che intervenga solo in un secondo momento quando si tratta di fotografia: mi spinge ad esempio a dare un certo titolo ad un portfolio, oppure a ricercare particolari geometrie durante la progettazione grafica.
Il momento dello scatto vero e proprio, invece, è una questione tra l’occhio, l’ambiente, e l’indice (che preme sull’otturatore). La conoscenza cede volentieri il posto all’istinto.
Pensi che il senso di prigionia che si vive in questi giorni possa essere utile alla creatività?
Stiamo attraversando una fase estremamente critica, sia a livello globale che personale. In primo luogo vorrei ribadire che, in questo frangente, rimanere nelle proprie abitazioni è un atto di responsabilità collettiva, oltre che individuale.
Si pone, tuttavia, la desueta questione del tempo a disposizione. Qualunque persona che abbia mai preso in mano un apparecchio fotografico e abbia poi scattato una fotografia sa perfettamente che il tempo di esposizione è una variabile estremamente influente sull’esito dello scatto.
Ricordando ciò, ad ognuno di noi oggi è affidato il compito di regolare questa variabile; in questa prospettiva, reputo la creatività una precisa scelta.
Ringraziamo Francesca per queste preziose riflessioni, vi invitiamo a seguire il suo blog http://ilfilo649470146.wordpress.com e la mostra online domani su https://www.instagram.com/sighepuglia
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Dimora Sighé non è solo una dimora di charme nel cuore del Salento ad Alessano, vicino a Leuca, ma anche un progetto culturale diretto da Elisa Cazzato, e teso a valorizzare le bellezze del Salento più autentico.