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Tower Elvira: storia di una rinascita

di Elisa Cazzato

Fotografie di Francesca Romano

Il verde delle campagne di Trepuzzi, vicino a Lecce, il canto incessante delle cicale, il vento che porta storie dolorose antiche che trovano riscatto nel presente.

Dice la leggenda che Elvira fosse una bambina cui i genitori regalarono un bel castello, oggi Castle Elvira, e che lei per ringraziarli abbia cucinato dei funghi, tra cui uno velenoso che la portò alla morte. Da lì, il maniero fu abbandonato.

Oggi invece la coppia Brown-Riseley ha riportato verso una seconda vita la fortezza, grazie a un restauro di quattro anni con lo studio di architettura Filotico and Partners.

Anche la sua torre, oggi proprietà sorella, gode di una vita nuova: Tower Elvira si erge nella campagna circostante con una sinuosità che trasmette allo stesso tempo sicurezza, come tutte le torri solitarie di cui è costellato il Salento. 

Un tempo torre colombaia, ora invece accoglie gli ospiti in due suites: una posta al piano superiore, denominata “The tower top suite”, caratterizzata da una vasca sul tetto circolare con vista sull’intero panorama circostante; e una posta al piano inferiore, ovvero “The tower park suite”, particolarmente suggestiva per l’albero della vita illuminato sul grande armadio specchiato che crea dei suggestivi giochi di luce insieme agli altri specchi, un enorme letto di Timothy Oulton, e vari pezzi da museo in camera. 

Altre due suites si sviluppano nell’area della masseria attigua: la “Pepper Suite”, caratterizzata da un originale soffitto con più volte a stella e la “Agave Suite”, in cui l’antico forno a legno della masseria è stato convertito in bagno con vasca in opera.

Non è solo l’unicità e la bellezza delle strutture a lasciare un forte ricordo del soggiorno, ma anche l’ospitalità e il calore dei proprietari e di tutta la squadra, guidata dal manager Giacomo Attanasio, che fa di Tower Elvira e Castle Elvira dei luoghi amichevoli e accoglienti.  

Harvey e Steve ci hanno raccontato infatti  l’amore a prima vista con questi magnifici edifici, nel momento  in cui riversavano nell’abbandono e la scoperta continua dei luoghi che li circondano, una volta iniziata la fase di ristrutturazione, come ad esempio il momento in cui sotto rovi e cespugli si è disvelato un magnifico giardino all’italiana, oggi percorso curato che conduce verso la piscina del castello. 

Ed anche il momento in cui, ripulendo l’edificio masseria hanno scoperto le meravigliose volte a stella, non così comuni per una struttura destinata esclusivamente alla vita agricola.

Insomma, lo stupore è di casa presso le due proprietà sorelle, ed esse poi sono state arricchite da numerose opere di design, e opere d’arte di Harvey Brown stesso, anche in collaborazione con altri artisti, tra cui David Sheinman, la cui energia e creatività egli ha scelto di portare all’interno del progetto, con ritratti di ospiti che hanno celebrato qualche momento particolare della loro vita presso Tower Elvira, etc.

Harvey Brown è in una continua esplosione di idee, così come testimonia il suo stile artistico che è un mix di fotografia, collage, scultura. Ci ha raccontato anche del suo progetto NFT i cui ricavi sono destinati a progetti formativi per i ragazzi ucraini. Per lui infatti il lato didattico, o per meglio dire, maieutico, dell’arte è un aspetto importante da coltivare, affinché ognuno possa portare all’esterno la creatività che ribolle dentro. 

Un altro aspetto importantissimo della vita a Tower Elvira è il cibo. Preparato dalla maestria popolare della cuoca Fabiana Taurino, evidentemente ispirato alla Cucina Povera, e con l’utilizzo esclusivo di ingredienti locali, il cibo di Tower Elvira è un’esplosione di sapori che conquista anche il palato di chi è già aduso alla cucina salentina: in particolare la parmigiana, servita in forma rotonda anziché nella usuale quadrata, lascia dei ricordi indelebili, così come gli ottimi antipasti all’italiana, le cozze gratinate, i cestini di parmigiano con il formaggio locale, la carne proveniente da una delle migliori macellerie locali, e per finire il dolce.

Il tutto supportato da belle conversazioni internazionali con i proprietari e gli altri ospiti con cui si entra subito in confidenza, nella bolla magica che Tower Elvira può creare. 

Notevole e apprezzabile anche lo sforzo paesaggistico da parte dei proprietari, che oltre a rimettere a posto tutto il verde circostante, stanno anche cercando di salvare con delle cure sperimentali gli alberi d’olivo, flagellati in tutto il territorio dalla Xylella. Un’altra sfumatura dell’amore per la rinascita. 

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