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La ricerca continua: Tonio Martella intervista Ylenia Comi

di Tonio Martella

Il giovane fotografo e artista Tonio Martella ha chiesto alla fotografa e artista Ylenia Comi di parlare per Sighé Magazine del suo percorso, della sua continua ricerca e del metodo artistico.

  • Come hai iniziato a fotografare e in che modo sei riuscita a trovare la tua dimensione come artista nella fotografia?

Quando ero piccola portavo spesso con me una vecchia macchinetta analogica a soffietto trovata in una scatola a casa dei miei nonni, non funzionante. O meglio, ignoravo completamente la sua funzione e le modalità di utilizzo. Ciò che mi interessava era solamente guardare attraverso il mirino ottico, soffermandomi  con lo sguardo su piccole “porzioni di realtà”, perché era il mio modo di osservare meglio ciò che mi circondava. Infatti qualche anno dopo ho iniziato ad appassionarmi ai cannocchiali più che alle macchine fotografiche, arrivando relativamente tardi alla decisione di collezionare quelle personalissime porzioni di realtà acquistando la mia prima reflex intorno ai 18 anni. Credo che la dimensione in cui mi muovo da sempre sia questa.

  • Pensi che la ricerca fotografica ti abbia connessa in modo più profondo alla tua terra?

La fotografia mi ha permesso di instaurare un dialogo più profondo con la mia terra. I luoghi, i colori, la gente e la luce che scelgo di fotografare sono il riflesso fedele di ciò che più ho interiorizzato di lei negli anni. Ogni foto è una sensazione o un ricordo che emerge in superficie, la traduzione immaginifica di quel dialogo.

  • Hai dei punti di riferimento da cui trai ispirazione e che ti hanno permesso di evolvere in quanto artista?

Presto quotidianamente molta attenzione e curiosità nei confronti del lavoro di altri fotografi perché questo mi permette di riconoscere i miei limiti. Ma ciò che mi aiuta ad evolvere è la ricerca, il punto di svolta per me è arrivato quando ho smesso di acquistare libri dei miei fotografi preferiti, preferendo volumi in cui la fotografia è solo un mezzo al servizio di altro (psicologia, letteratura, sociologia, antropologia). Anche per questo motivo mi piace pensare a dei punti di approdo più che a dei punti di riferimento.

  • Un aspetto molto interessante della tua ricerca artistica è che prescinde il mezzo fotografico, indagando anche altri strumenti. Come vivi la tua creatività in questo senso?

Ho sempre avuto la necessità di superare i confini del mezzo fotografico per un instancabile interesse che provo nei confronti di diversi strumenti e tecniche artistiche. Inizialmente ho pensato che questo prima o poi mi avrebbe allontanata dalla fotografia, ma ad oggi tutto si interseca per formare una fitta trama di connessioni senza la quale non riuscirei ad esprimermi in modo autentico.

  • Cosa ti ha portato ad indagare altri supporti (come tessuti, tappeti etc..)?

Coltivo una silenziosa passione per gli oggetti d’arredo e sono quotidianamente circondata da “saperi manuali”. Sono cresciuta tra le montagne di scampoli di tessuto che rimanevano in un angolo del laboratorio di mia madre,  nell’officina di mio nonno in cui lavorava il ferro ed a rovistare nel ripostiglio degli attrezzi di mio padre. Sono creativamente interessata ai materiali, in particolar modo ai tessuti, e alla loro lavorazione. Mi piace tanto immaginare oggetti d’arredo e per questo motivo cerco di conoscere i materiali per vedere come rispondono alle mie idee. 

  • Nella tua ricerca visiva ritorna spesso l’elemento del corpo; pensi che questo ti abbia portato ad avere più consapevolezza nei confronti del tuo corpo?

Si, indubbiamente mi ha portato a conoscerlo meglio. Un’esperienza che accomuna molti fotografi (anzi, un po’ tutti noi direi) è la pratica dell’autoritratto, la immagino come una specie di tappa evolutiva inevitabile. Con l’autoritratto ho conosciuto l’espressività e la spazialità del mio corpo.

  • Come immagini il tuo lavoro fra qualche anno?

In continua fase di ricerca, magari in un ampio spazio luminoso in cui accogliere nuovi progetti e chi vorrà fermarsi a prendere un caffè.

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